Care Società,
cari Presidenti, carissime calciatrici, cari Responsabili Regionali, cari tifosi, cari amici
timida, quasi in tonalità minore, ma indubbiamente in _crescendo_ – restando in ambito musicale – si è accesa una luce al termine del tunnel nel quale da tanti giorni siamo costretti, donando a tutti speranza e fiducia.
Il caso, o chissà cosa, ha voluto che questa speranza arrivasse proprio nei giorni di una Pasqua indubbiamente strana, totalmente diversa, certamente già nella storia. Le immagini di piazza San Pietro vuota, della Basilica senza fedeli, come dei campi di giuoco senza atleti né pubblico, sono oggi la quotidianità cui, però, non dobbiamo assolutamente assuefarci.
Non dobbiamo farlo, perché la Pasqua celebra la resurrezione di Gesù e, nella tradizione ebraica, la liberazione degli Ebrei dall’Egitto. Nella nostra attualità la Pasqua deve rappresentare il simbolo della sconfitta del virus e della nostra resurrezione alla normalità.
Le nostre Istituzioni, in tal senso, sono state determinate nell’affermare recisamente che si tornerà alla normalità, che la guerra contro il Coronavirus vedrà vincere l’umanità.
Come in ogni guerra, purtroppo, ci sono vittime, ci sono patimenti e sacrifici da parte di chi resta e continua, con la meravigliosa resilienza di noi italiani, a vivere nonostante, a sognare a prescindere.
La vera forza dei dilettanti è costituita dalle migliaia di volontari cui devono essere destinate le nostre attenzioni. Non è più tempo di egoismi e ciascuno di noi non deve pensare solo al proprio “orticello” ma rivolgere lo sguardo a tutto il sistema sportivo destinando attenzioni, formulando proposte serie che possano essere sostenibili per il bilancio dello Stato ed efficaci per la sopravvivenza delle nostre associate.
Non voglio in questa sede commentare le indicazioni contenute nel Decreto “Cura Italia”, che reputo una prima risposta, ma segnalare il “Decreto attuativo indennità collaboratori sportivi” che reputo utile perché la sospensione della maggior parte delle attività, pur se lodevole nel coraggio dimostrato dal nostro Governo, ed anticipata nel calcio proprio dalla Lega Nazionale Dilettanti, ha portato alla ribalta un’inedita forma di disagio sociale. Le nostre calciatrici, spesso eroiche volontarie dello sport, possono trovarsi nella situazione di non avere oggi altra forma di sostentamento.
Vorrei davvero che questa Pasqua 2020 portasse, al di là dell’ovvia speranza di poter presto sconfiggere il nemico invisibile ed a tornare alla quotidiana normalità, nel cuore di ognuno la certezza che questi giorni duri ci hanno spinti a ri scoprirci italiani, popolo, società. Coesi e coevi.
Come ho già detto in altro intervento non lasceremo sole le nostre società e faremo di tutto per sostenerle e far ripatire le attività.
L’Italia è un paese meraviglioso, abitato ed arricchito da persone eccezionali che hanno ritrovato lo spirito di associazione, di solidarietà, hanno imparato nuovamente ad apprezzare il proprio vicino, la gioia che viene dall’aiutare i più fragili. Ci sono tanti gesti che potremmo ricordare, ad esempio di quanto affermo. Uno, in particolare, mi rallegra e mi commuove. E’ quell’arcobaleno che tanti bambini hanno voluto disegnare, quel ‘ce la faremo’ scritto nella meravigliosa grafia dei più piccoli.
Pur costretti a casa dalla scuola, pur prigionieri incolpevoli ed inconsapevoli di una lotta che si combatte anche e soprattutto per loro, i bambini hanno una volta ancora insegnato a noi adulti che l’arcobaleno non è soltanto un ponte colorato, ma il sentiero da percorrere per raggiungerci l’un l’altro.
Semplicemente, quindi, il mio augurio di una serena Pasqua a tutti voi, una Pasqua casalinga sì, e proprio per questo più sincera nell’essenza e nella consapevolezza che, dopo, potremo essere davvero un’umanità migliore.
Come diceva San Giovanni Paolo II: “non abbiate paura! Aprite, anzi spalancate le porte a Cristo… Aprite i confini degli stati, i sistemi economici, quelli politici, culturali, di civiltà e di sviluppo”.
Il Vice Presidente LND Delegato
Sandro Morgana